Souvenir de Ecuador. Il ritratto di un Paese, in forma di ricordo (extrait)

par Helga Marsala

Quasi in chiusura la mostra all’Istituto Cervantes di Roma, dedicata all’Ecuador. Otto artisti raccontano il loro Paese, in un viaggio attraverso la storia e la memoria. Taglio politico e sociale anche per i video di Estefanía Peñafiel Loaiza, Paúl Rosero Contreras, Karina Skvirsky Aguilera. Fino al 14 luglio

Una mostra che attraversa un Paese latinoamericano, per restituirne un’immagine multipla, sfaccettata, articolata. Ma da cui emergono alcune costanti forti. All’Istituto Cervantes di Roma la mostra Souvenir de Ecuador, a cura di Federica La Paglia, porta in Italia un gruppo di artisti ecuadoriani emergenti, ma già attivi sulla scena internazionale: Karina Skvirsky Aguilera, Falco, Ana Fernández, Myriam Gaggini, María Rosa Jijón, Fabiano Kueva, Estefanía Peñafiel Loaiza, Paúl Rosero Contreras. Opere video soprattutto, per un ritratto dell’Ecuador che mette l’accento su questioni storiche, sociali e politiche. Tornano costantamente i temi della memoria, della precarietà, della comunità, della tradizione, dell’identità etnica, della ricostruzione storica. Quasi che la lettura  dei luoghi e delle cose, anche quando mediata da linguaggi puramente artistici, non potesse prescindere dal confronto con la dimensione dell’appartenenza. Oltre gli stereotipi, affondando la lama tra le pieghe più vive di una mapaptura geopolitica e culturale assolutamente complessa. Tra i video in mostra, ecco una selezione che restituisce con precisione atmosfere e direzione del progetto espositivo. […]

Declamando, à rebours. L’impresa utopica di Estefanía Peñafiel Loaiza si concretizza in un cortocircuito tra azione e memoria, tra scrittura e visione, tra passato e presente. Sul filo si un orizzonte politico controverso.  L’artista filma diversi luoghi pubblici, in Ecuador, Francia e Belgio, dove si ferma a leggere al contrario 18 Costituzioni della Repubblica scritte fino al 1998. Dall’ultima sillaba dell’ultima parola dell’ultima Costituzione, il racconto rovesciato giunge al principio della prima: un balzo lento, lungo 76 ore, che ha il suo termine nell’anno 1830. Il video viene poi editato al contrario, spostando anche sul piano dell’immagine in movimento l’effetto di riavvolgimento. Ne viene fuori una narrazione del non senso, dell’ambiguità e dell’incertezza, nell’urgenza di ripercorrere le tappe di una storia collettiva fatta di conquiste e di tragedie, di punti di domanda e di storie convulse, mirando alla costruzione di un ordine sociale. Ordine che resta aperto, mutevole, contraddittorio, da esplorare attraverso prospettive inedite. Per una lettura della storia non convenzionale, né rassicurante. […]

ArtTribune – 11 luglio 2013
https://www.artribune.com/television/2013/07/souvenir-de-ecuador-il-ritratto-di-un-paese-in-forma-di-ricordo/